mercoledì 2 gennaio 2013

Ed ora...

2 Gennaio. Aeroporto di Madrid.

55 giorni in quattro stati del west Africa, due capitali, due villaggi e tante esperienze.

Il mal d'Africa esiste, ma questo gia' lo sapevo.
C'e' una cosa in piu' che so.
So che arrivare all'uscita di Madrid e trovare il poliziotto al controllo passaporti che dopo avermi detto buongiorno in perfetto italiano, guarda la foto e mi dice 'mazza oh! Sei cambiato! e' bello.
So ce il mio sud europa e' bello.
So che non ho bisogno di fare 6000 km per trovare bella gente non e' indispensabile perche' ci siete tutti voi, amici miei.
So che mangiare un panino di prosciutto spgnolo y queso non ha pari.
So che queste son le mie radici e che rimmarro' comunque sempre con voi.
E vi dedico questa canzone che spiega tutto bene.





1 Gennaio 2013 - Ultimo giorno a Dakar

Finalmente ho avuto la conferma tangibile che Dakar non e' esattamente dove son stato per 15 giorni.
Sarebbe un po' come dire che il Bronx e' New York.
Ieri ci siam recati in Place de l'Indipendance per mezzanotte - in realta' in ritardo - e mi son trovato in una zona di guerra in pieno stile napoletano, ma e' stato bello se non altro perche' ho visto Dakar.
Oggi, ultimo giorno, sale un po' di malinconia. Ma e' cosi': tutto finisce.
In piu' ho avuto l'ultimo pezzo divertente di Yoff: la raccolta rifiuti.
Mi ero sempre chiesto dove finissero i rifiuti messi in bidoni casuali e oggi l'ho visto.
Il camion dell'immondizia passa ogni due o tre giorrni con lo sportello posteriore aperto lentamente e sonando per avvisare del suo arrivo. A quel punto la gente gli corre dietro tirandogli dentro l'immondizia.

Lascio Dakar - Yoff - con questo ricordo e con il mare nel quale mi son fatto una bella camminata - col caldo che fa qui...

Arrivederci Africa.

24 Dicembre - Notte di Natale

In un villaggio cosi' non potevo esimermi dall'andare alla messa di mezzanotte.
Qual e' la mastodontica differenza?
Innani tutto par di vedere in negativo essendo tutti neri, la gente in chiesa balla e ride, ci sono i rastoni, ma soprattutto la gente qui ci crede davero e segue i preceetti della religione.
Per la prima volta una messa mi ha emozionato e quando e' stata l'ora di scambiarsi un segno di pace e' stato piacere puro.
Una cosa bella. Un'altra cosa da noi scomparsa.

20-30 Dicembre - Boke, Guinea

Boke e' un villaggio di medie diensioni tipicamente rurale con un vlore aggiunto non da poco: l'elettricita' qui e' appannaggio di pochi e quei pochi ce  l'hanno solo dalle 19 alle 8 di mattina.
Risiediamo nella casa di Augutin, un Guineanoche ora vive in Francia con una francese e li' tiene corsi di danza afro e percussioni.
Siamo ui per regisrare con alcuni ragazzi del posto e qui non si scherza: Augustin non perdona. 7 tracce in 3 giorni.

Il posto da sogno in cui viviamo ve lo descrivero' fornendovi una giornata tipo.
Sveglia alle ore 8. Si esce dalla nostra stanza in un edificio con tetto di paglia e ci si trova attorno al fuoco per fare la colazione e andare al mercato.
Si parla amabilmente totalmente incurnti di quello che succeenel mondo, ascoltando musica e raccogliendo di tanto in tanto delle arance dall'albero o mangiando papaia.
Dopo pranzo,se e'il caso si va al ruscello a lavare i vestiti, poi se ti va si va al barrage, ovvero il lago della centrale idroelettrica a farsi il bagno.
Arriva cosi' la sera. Cena, fuoco, canne per chi e' interessato ed infine buona notte.
Tutte queste cose si fanno circondati da una foresta di alberi mastodontici. Sputaci sopra...